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Lutto nel cinema, è morto Ray Liotta, Henry Hill di Quei bravi ragazzi

Addio all’attore francese Jean-Louis Trintignant, indimenticabile ne “Il Sorpasso”

L’omaggio al regista Vittorio De Seta, entra nel vivo il “Sole Luna Doc Film Festival” (FOTO)

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Lutto nel cinema, è morto Clarence Gilyard Jr. di Walker, Texas Ranger

Lutto nel cinema, è morta l’attrice Kirstie Alley

Romeo e Giulietta di Zeffirelli, gli attori “sfruttati sessualmente”

A Palazzo Branciforte la premiere del film “Il Teorema della felicità”

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Si è svolta nell’auditorium del Palazzo Branciforte di Palermo, la premiere italiana dell’ultimo film di Luca Fortino: “Il Teorema della Felicità”. Ospiti della Fondazione Sicilia, presieduta da Raffaele Bonsignore, gli attori e il regista hanno partecipato alla proiezione. Tra gli attori presenti ricordiamo Andrea Tidona, Anna Attademo, Orio Scaduto e Antonio Tancredi Cadili. Alla fine dello spettacolo s’è tenuto un dibattito, moderato dal giornalista Felice Cavallaro.

Per Fortino, la cifra del film è quella di “affrontare un tema profondo, attraverso un linguaggio semplice e accessibile”. Il film è una coproduzione italo-canadese.

Una storia ambientata ai tempi del Covid

“Il Teorema della Felicità” è ambientato a Palermo nel marzo del 2020. L’Italia s’appresta a entrare in lockdown a causa del pandemia di Covid-19. Siamo nello storico Quartiere del Capo, dove Antonio (Antonio Tancredi Cadili), un bambino di nove anni, continua a incontrarsi con il nonno Giuseppe (Andrea Tidona), che di professione fa il puparo. Nino (Orio Scaduto), il padre di Antonio, nonché figlio di Giuseppe, è un ristoratore che in questo delicato momento storico sta vivendo la forte crisi economica che ha colpito il suo settore. L’uomo non parla con suo padre da diversi anni, al contrario di suo figlio, che, invece, adora ascoltare i racconti di uso nonno. È proprio grazie a Giuseppe che il bambino impara il vero segreto della felicita.

 

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Morto l’attore Ray Stevenson, stava girando un film a Ischia

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Una tragica notizia ha scosso l’industria cinematografica: l’attore britannico Ray Stevenson è deceduto stamani, lunedì 22 maggio, presso l’ospedale Rizzoli di Ischia. Aveva 59 anni.

Stevenson si trovava sull’isola da alcuni giorni per le riprese del film “Cassino a Ischia“, diretto da Frank Ciota e che vedeva la partecipazione anche del collega italiano Ugo Dighero. Purtroppo, l’attore ha improvvisamente accusato un malore che ha richiesto il suo immediato ricovero presso la struttura ospedaliera isolana lo scorso sabato pomeriggio.

Le condizioni di Stevenson erano già gravi al momento del suo ingresso in ospedale e, purtroppo, si sono ulteriormente aggravate nel corso della notte. Nonostante gli sforzi dei medici, l’attore ha perso la vita poche ore dopo l’aggravarsi delle sue condizioni. La notizia della sua morte ha suscitato un profondo cordoglio nel mondo dello spettacolo e tra i suoi numerosi fan.

La carriera di Ray Stevenson

Ray Stevenson ha lasciato un’impronta significativa nell’industria cinematografica grazie alle sue interpretazioni indimenticabili. È noto per i suoi ruoli in film di successo come “Thor” e “Re Artù“, dove ha dimostrato il suo talento e la sua versatilità come attore. Tuttavia, è stato nella serie televisiva “Roma“, prodotta da BBC/HBO, che Stevenson ha lasciato un segno indelebile interpretando il personaggio di Tito Pullo, conquistando il plauso della critica e il cuore dei fan.

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Santocielo, il nuovo film di Ficarra e Picone a dicembre nei cinema

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Santocielo, il nuovo film di Ficarra e Picone ha una data di uscita. Appuntamento a dicembre nei cinema di tutta Italia per la pellicola del duo comico palermitano diretto per la prima volta dal regista Francesco Amato.

Protagoniste femminili, Barbara Ronchi e Maria Chiara Giannetta. Il soggetto e la sceneggiatura sono di Salvo Ficarra, Valentino Picone, Francesco Amato, Davide Lantieri e Fabrizio Testini. La produzione è di Attilio De Razza per Tramp Limited con la collaborazione di Medusa Film.

Appuntamento nelle sale a partire dal 14 dicembre.

Ficarra e Picone su Netflix con Incastrati 2

Incastrati, la serie che ha segnato il fortunato esordio di Ficarra & Picone nel mondo della serialità, torna con una seconda e ultima stagione, in sei episodi, il 2 marzo solo su Netflix, in tutti i Paesi in cui il servizio è attivo. I nuovi episodi ritroveranno Salvo Ficarra e Valentino Picone sia dietro che davanti alla macchina da presa, in qualità di registi, sceneggiatori e attori.

La seconda stagione di “Incastrati” comincia laddove era finita la prima: Salvo e Valentino sono in pericolo di vita. I due “eroi” si ritrovano, ancora, incastrati e intrappolati in una serie di vicende all’interno delle quali è arduo districarsi senza ferire i sentimenti delle persone che amano. A complicare le cose una sequenza infinita di colpi di scena e novità tra cui un duplice omicidio dietro il quale si nasconde un uomo misterioso, l’ingresso in scena di malavitosi stranieri, le complesse indagini sul “caso dell’omicidio Gambino” che non trovano soluzioni, i rapporti di coppia sempre più burrascosi fra Salvo, Valentino e le rispettive compagne.

Anche questa nuova stagione sarà sempre in bilico fra la comicità tipica di Ficarra&Picone e i codici canonici del genere thriller su cui è basata tutta la serie.

Prodotta da Attilio De Razza per Tramp Limited, la seconda stagione mantiene la stessa squadra di scrittura della prima, oltre a Salvo Ficarra e Valentino Picone, Fabrizio Testini, Leonardo Fasoli, Maddalena Ravagli.

Il cast principale vede il ritorno, oltre a Salvo Ficarra (Salvo) e Valentino Picone (Valentino), di Anna Favella (Ester), Marianna di Martino (Agata Scalia), Tony Sperandeo (Tonino Macaluso, detto “Cosa Inutile”), Maurizio Marchetti (Portiere Martorana), Domenico Centamore (Don Lorenzo, detto “Primo Sale”), Sergio Friscia (Sergione) e Mary Cipolla (Signora Antonietta), con la partecipazione di Leo Gullotta (Procuratore Nicolosi).

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“Gli attassati”, il film con Matranga e Minafò a fine agosto su Prime

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Due agguerriti antieroi decisi a riscattare tutti gli “attassati” d’Italia dalle vessazioni di “Equitù”. E’ la trama del secondo film con  il duo palermitano Matranga e Minafò. Si intitola “Gli attassati” ed è diretto da Lorenzo Tiberia.  Il film è stato presentato in anteprima a Palermo e Catania, in anticipo sulla programmazione, prevista sulla piattaforma Prime a partire dal prossimo 31 agosto.

Il film racconta la storia degli abitanti di una piccola cittadina dispersa nel Sud, già messi in ginocchio dalla crisi economica e dalla pandemia, improvvisamente sommersi dalle cartelle esattoriali da “Equitù”. Dietro alla “tassazione illecita”, in realtà, si cela il sindaco, uomo cinico e corrotto, disposto a tutto pur di appianare il bilancio comunale e conquistare la poltrona di segretario all’interno del suo partito.

Tra le vittime degli esattori capitanati dal temibile direttore di “Equitù”, detto lo sceriffo, anche Toni, squattrinato rappresentante di guanti e mascherine, ed Emanuele, bizzarro hair-stylist per cani. I due, mentre si trovano in fila negli uffici di “Equitù”, scoprono di essere legati a quella salatissima cartella esattoriale per mancati adempimenti del salone di bellezza per cani di Emanuele, di cui Toni risulta essere proprietario a seguito di un’eredità lasciata dalla nonna defunta.

Da perfetti sconosciuti, i due diventano complici nell’unica via d’uscita possibile per loro e per tutti gli “attassati” del loro paese: intrufolarsi nella sede di “Equitù” per rubare e far sparire tutte le copie delle loro cartelle esattoriali e con esse anche i loro debiti. Oltre 90 minuti di divertimento firmati Matranga e Minafò.

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“Gli Attassati” di Matranga e Minafò, una parodia dell’Italia sommersa da tasse e debiti

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“Minchia, minchia, minchia, ma questa è un’idea grandiosa…” Disperati per essere stati sommersi dalla cartelle esattoriali, due agguerriti antieroi decisi a riscattare tutti gli “attassati” d’Italia dalle vessazioni di “Equitù”, dedicono di fare un “colpo”.  Per rapinare i loro “debiti”. Matranga e Minafò hanno presentato il loro secondo film, “Gli attassati”, a Blogsicilia Incontri con Massimo Minutella.

Lo slang siciliano

Attassati nello slang siciliano significa sfortunati, ma in questo caso il termina assume anche il senso ulteriori di sommersi dalle tasse. Cosa che capita un po’ a tutti gli italiani. Presentando il film realizzato dal duo comico palermitano, Massimo Minutella ha “invocato” un intervento del Ministro Salvini, un intervento nel segno del “condono”. Tra ironia e senso del reale, il tema della pressione fiscale è sicuramente in cima alla lista dei pensieri degli italiani. Così, come si suol dire, il film di Matranga e Minafò casca a fagiolo. Dopo le anteprime dei primi di agosto a  Palermo e Catania,  “Gli Attassati” è disponibile alla visione sulla piattaforma Prime a partire dal prossimo 31 agosto.

La storia

Il film racconta la storia degli abitanti di una piccola cittadina dispersa nel Sud, già messi in ginocchio dalla crisi economica e dalla pandemia, improvvisamente sommersi dalle cartelle esattoriali da “Equitù”. Dietro alla “tassazione illecita”, in realtà, si cela il sindaco, uomo cinico e corrotto, disposto a tutto pur di appianare il bilancio comunale e conquistare la poltrona di segretario all’interno del suo partito.

Le “vittime” degli esattori

Tra le vittime degli esattori capitanati dal temibile direttore di “Equitù”, detto lo sceriffo, anche Toni, squattrinato rappresentante di guanti e mascherine, ed Emanuele, bizzarro hair-stylist per cani. I due, mentre si trovano in fila negli uffici di “Equitù”, scoprono di essere legati a quella salatissima cartella esattoriale per mancati adempimenti del salone di bellezza per cani di Emanuele, di cui Toni risulta essere proprietario a seguito di un’eredità lasciata dalla nonna defunta.

Da perfetti sconosciuti, i due diventano complici nell’unica via d’uscita possibile per loro e per tutti gli “attassati” del loro paese: intrufolarsi nella sede di “Equitù” per rubare e far sparire tutte le copie delle loro cartelle esattoriali e con esse anche i loro debiti. Oltre 90 minuti di divertimento firmati Matranga e Minafò.

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Lutto nel cinema, è morto Burt Young, il cognato di Rocky

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Il mondo del cinema piange la scomparsa di Burt Young, pseudonimo di Geraldo “Jerry” Tommaso DeLouise, l’attore che ha interpretato il ruolo di Paulie Pennino nella celebre saga di Rocky. Young è deceduto il 14 ottobre a Los Angeles all’età di 83 anni, come confermato dalla figlia Anne Morea Steingieser al New York Times. La sua carriera è stata caratterizzata da ruoli di duri e proletari italoamericani.

L’inizio di una carriera straordinaria

Burt Young, nato nel Queens, a New York, il 30 aprile 1940, ha iniziato la sua carriera lavorando in vari settori, tra cui il commercio di tappeti. Tuttavia, la sua passione per la recitazione lo ha portato a studiare all’Actors Studio con il famoso mentore Lee Strasberg. Il suo debutto come attore è avvenuto all’età di 28 anni in una commedia teatrale.

Icona dei personaggi “duri”

I primi ruoli cinematografici di Young sono stati caratterizzati da storie legate al crimine, tra cui La gang che non sapeva sparare (1971), Il mio uomo è una canaglia (1971) e Rubare alla mafia è un suicidio (1972). La sua scelta del nome d’arte, Burt Young, è stata un omaggio ai suoi attori e cantanti preferiti, Burt Lancaster e Neil Young.

Il ruolo indimenticabile di Paulie Pennino

La svolta nella carriera di Burt Young è giunta con il ruolo di Paulie Pennino nella saga di Rocky, in cui ha interpretato il cognato di Sylvester Stallone, Rocky Balboa. Il personaggio di Paulie è stato una presenza costante in tutti i film della serie, a partire da quello inaugurale del 1976. Young ha portato sullo schermo l’essenza di un pugile semi-dilettante dal carattere burbero e spigoloso.

Attore versatile

Oltre al suo ruolo indimenticabile in Rocky, Burt Young ha recitato in una vasta gamma di film, distinguendosi per la sua versatilità. Ha lavorato con registi italiani in diverse occasioni, tra cui Sergio Leone per il film C’era una volta in America (1984). Ha interpretato una varietà di personaggi in film come Convoy – Trincea d’asfalto (1978), California Dolls (1981), Oltre il ponte di Brooklyn (1984) e molti altri.

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Palermo si riscopre “capitale del cinema”, boom di ciak negli ultimi 2 anni

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Palermo tra le città capofila in Italia delle produzioni cinematografiche e non solo. Tra realizzazioni cinematografiche, documentaristiche, televisive, fotografiche, spot pubblicitari e videoclip, sono 137 le produzioni che hanno visto la città protagonista negli ultimi due anni. Un risultato che conferma una rinnovata attrattività del capoluogo nel campo dell’arte e dello spettacolo anche a livello internazionale. Fuori dai confini nazionali, infatti, è sempre più alta l’attenzione di grandi case cinematografiche e delle piattaforme internazionali.

Le ultime produzioni

In questi ultimi due anni, ad esempio, hanno rappresentato una vetrina le serie tv statunitense “The White Lotus”, prodotta dalla Luky Red, e Ripley. Così come due importanti serie tv storiche “I Leoni di Sicilia”, per la piattaforma Disney Plus, e il “Gattopardo” per Netflix. Palermo è diventata set anche di serie italiane, la seconda stagione di “The bad guy”, prodotta da Amazon, “I Fratelli Corsaro” e la seconda stagione di “Viola come il Mare” per Mediaset e la seconda stagione di “Makari” per la Rai. E poi ancora due grandi produzioni cinematografiche con “Here Now” per la regia di Gabriele Muccino, realizzato da Lotus, “The hand of Dante”, prodotto da Martin Scorsese, e “Stranizza – una commedia da fare” per la regia di Roberto Andò.

Anche documentari

Nell’ultimo biennio sono stati anche realizzati i documentari Rai sulla figura di “Pio La Torre” per la regia di Walter Veltroni e su Francesca Morvillo per Rai Storia. Brand importanti hanno scelto Palermo, inoltre, per girare i loro spot. A cominciare dallo spot “Dolce&Gabbana” per la regia di Giuseppe Tornatore per proseguire con grandi case automobilistiche e di moto come Maserati, Alfa Romeo e Ducati e poi ancora lo spot “Meravigglia” della Birra Messina e la pubblicità per Puma. Infine, emittenti italiane e straniere hanno realizzato sempre nel capoluogo siciliano i loro progetti prevalentemente documentaristici: tra queste, la Britannica Bbc, il canale Tv La 7 con il documentario “Atlantide”, e Freedom per Mediaset.

“Per Palermo grani opportunità”

“Per Palermo – afferma il sindaco Roberto Lagalla – si tratta di opportunità che devono continuare a essere coltivate. Ringrazio gli uffici della Film Commission del Comune che in questi anni hanno lavorato, interfacciandosi con le produzioni e fornendo una risposta significativa alle istanze di queste ultime, facilitandone le complesse procedure autorizzative e rendendo la città sempre più appetibile. Registriamo con grande soddisfazione il crescente interesse di grandi produzioni, anche internazionali, che restano in città anche per diverse settimane e con un’offerta eterogenea di temi e storie, facendo uscire Palermo fuori dallo stereotipo di una città dove sono sempre state girati film e serie sulla mafia”.

“La presenza delle grandi case cinematografiche – aggiunge Lagalla – produce imponenti effetti di ritorno economico per il tessuto produttivo della città, nonché un ritorno di immagine e questo deve spingere le istituzioni a investire su questo settore, anche dal punto di vista della formazione delle nuove professionalità, ad esempio con l’ausilio del centro sperimentale di cinematografia che ha sede presso i Cantieri culturali della Zisa-Ducrot”.

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